giovedì 14 aprile 2011

" Il Villaggio della Terza Età : Io penso al mio futuro"

L’Italia si colloca al secondo posto dopo la Svezia come paese più vecchio del mondo con il 16.1% di ultrasessanta cinquenni, oltre 10 milioni di cittadini. L’Umbria, la nostra regione, contende alla Liguria il primato nella classifica degli anziani con circa 200 mila “over 65”. Se non affronteremo concretamente la crescente incidenza della terza età si prospetta la certezza di una ingovernabile emergenza. Una popolazione di circa duecentomila ultra sessantacinquenni non può rappresentare una “questione anziani” intesa solo in senso negativo, in termini cioè di peso per la finanza pubblica o come un’emergenza da affrontare; deve invece costituire la sfida su cui misurarci nei prossimi decenni per strutturare in termini innovativi e di evoluzione quello che al contrario è un elemento costitutivo della nostra società. D’altra parte gli anziani degli anni a venire poco avranno in comune con quelli di oggi o di decenni passati. Le generazioni del dopoguerra hanno vissuto una scolarizzazione e una qualità della vita non confrontabili con quelle attuali. Molti anziani costituiscono comunque un serbatoio di risorse per la collettività in quanto capaci non solo in attività socialmente utili, ma memoria per le nuove generazioni di conoscenze e tradizioni dal sapore antico. L’escusione sociale, l’isolamento, l’inattività che ha caratterizzato e minato il modo di invecchiare delle popolazioni industrializzate, dovrà essere sostituito da uno scenario futuro diverso che si adegui a un raggiunto e migliore livello di vita riavvicinando i nuovi limiti di età funzionale a quelli dell’età sociale, uno spazio di tempo tutto da inventare e da percorrere. Mentre la durata media della vita si è allungata, le reti primarie di solidarietà si sono incrinate, a cominciare dalla tipologia delle famiglie tradizionali in cui coesistevano più generazioni. Oggi la tendenza all’autonomia rende ancora più critico il rapporto di solidarietà tra genitori anziani e figli adulti, anche in considerazione di un mutato modello economico-professionale. In questi ultimi anni sono aumentate le richieste per accedere alle case di riposo pubbliche o private. Una ricerca affannosa con lunghe liste di attesa, pur nella considerazione che gli “ospizi” rappresentano nel cuore e nell’immaginario della gente un luogo dove si rinchiudono gli anziani rimasti soli o non più autosufficienti. Un triste destino per tutti: rimorso per i figli, avvilente bilancio di una vita per i nostri cari. Occorre un progetto che integri le attuali offerte e risolva la questione strutturalmente ponendo gli anziani a rango di protagonisti. Il villaggio degli anziani, un campus per pensionati, sul modello delle “cittadelle universitarie” può rappresentare una scelta alternativa e non un ripiego a contingenti necessità personali e familiari. Una struttura ricettiva con appartamenti e servizi, spazi verdi e luoghi comuni di ritrovo, dove gli anziani possano ancora misurare le proprie capacità, certi di avere una assistenza coordinata ed organizzata, senza rinunciare ai propri stili di vita, ai propri ritmi, alla libertà personale. Un’urgenza simile non si risolve aggiungendo qualche posto letto nelle case di riposo o con delle micro residenze assistite. Serve un salto di qualità, delle idee nuove. Un villaggio nella città, un centro residenziale con tutti i servizi ottimizzati alla funzionalità, all’economicità di esercizio, alle specifiche esigenze dell’anziano. Non dovrà essere una struttura necessariamente pubblica ma costruita e gestita da privati e società compartecipate. Gli imprenditori che crederanno su questo progetto potranno garantire nelle forme societarie ed associative più consone, la sua realizzazione attraverso piani attuativi di iniziativa privata. L’amministrazione Comunale, anche concorrendo all’elaborazione di nuove normative, potrebbe promuovere il progetto e favorire con delle convenzioni l’acquisizione di idonei siti, utilizzando gli strumenti di iniziativa pubblica previsti per la realizzazione di insediamenti produttivi e residenziali. Potremo presto investire il nostro futuro sul “Villaggio Ideale”, un rifugio sicuro, attrezzato e protetto dove trascorrere serenamente una fase nuova della nostra esistenza, non soli ed emarginati ma in stretta relazione con gli altri coetanei. Un grande passo per cambiare alla radice i concetti di assistenza ed accoglienza per la terza età. Ordine del giorno presentato in Consiglio Piero Sorcini Aderisci al progetto “Il Villaggio per la terza età”, costituiremo un comitato che promuova e favorisca la sua realizzazione. Sono a tua disposizione per ulteriori approfondimenti e per informarti sulle iniziative che abbiamo intenzione di intraprendere nei prossimi mesi.

1 commento:

  1. Buongiorno,
    E cosa è successo dal 2011? Il progetto è ancora vivo? Cordiali saluti. Elena Taberna

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